#tenimmocestreet
// Oilloc //
Lorenza Rossi, alias Oilloc è
una giovane artista napoletana
che ha frequentato l’Accademia di Belle Arti,
con una laurea in Scultura
e una specializzazione in Nuove Tecnologie dell’Arte
<< Il concetto di collaborazione
è anche nelle parole delle persone che mi stanno attorno,
negli stimoli che mi danno e nei processi.
Mi aiutano ad essere e a fare quello che faccio.
Non sarei nulla da sola. >>
Attraverso l’applicazione di diverse tecniche, come la ceramica, la xilografia, la stampa serigrafica e in particolare il disegno attraverso la china, Lorenza crea design stratificati, senza tempo e dinamici, oltre a colori forti e vivaci che possono sembrare vivi all’interno dei suoi lavori.
In questa intervista ci parla della sua idea di napoletanità, della sua storia e del perché ha deciso di prendere parte al progetto Tenimmoce street.
Raccontaci del tuo rapporto con la città di Napoli
Il mio rapporto con Napoli è una guerra continua perchè moltissime volte mi sono detta: “vabbè mo prendo tutto quello che faccio e va********, me ne vado fuori che in cinque secondi le mie cose magari potrebbero fare il lancio su Marte” e invece, caparbiamente, voglio rimanere qua perché c’è qualcosa che ti tiene, ti àncora proprio in questa città.
Forse è proprio bello il fatto di provarci, provarci ancora. Magari in un’altra città non riuscirei ad essere così piena. Ecco, io quando lavoro ai miei progetti in questa città mi sento proprio come se scoppiassi.

Perchè hai deciso di prendere parte al progetto Tenimmoce Street?
A primo impatto già la parola tenimmoce street mi fa venire in mente Tieneme ca’ te tengo. Tenimmoce street, della serie ma almeno tra noi aiutiamoci. Per la prima volta nel periodo di natale quest’anno, che è stata una cosa bellissima, moltissimi ragazzi hanno fatto regali di artigianato napoletano. Questa è stata un’esperienza bellissima, nonostante l’anno difficile. È stato bello perché il concetto è proprio questo: “ ti dò una mano che così può essere che tu dai una mano alla mia città a risorgere”. Alla fine penso che questo sia anche un pò il senso.
Quanto è importante per te la collaborazione?
Quando ero più piccolina, pensavo che fare le cose da sola potesse essere la scelta più forte, la scelta vincente diciamo. Una “cagata” mondiale.
“Il chiedi e ti sarà dato”, questa per me è la verità più assoluta.
Sapete quante mani mi servono anche solo per fare quello che faccio? Che poi sono nel laboratorio di mia mamma quindi già questo vuol dire che non sono da sola. Con lei già lavoravo ma ora facciamo anche progetti insieme.
Il concetto di collaborazione è proprio anche nelle parole delle persone che mi stanno attorno, negli stimoli che mi danno e nei processi. Mi aiutano ad essere e a fare quello che faccio. Non sarei nulla da sola. Già se penso al progetto dei denti e quello delle tette, penso ad esempio che quelle tette sono di tutti, mi mandano proprio delle foto e quindi già è un passaggio interattivo e di collaborazione. Se ripenso al dentino penso che i primi li ho disegnati 10 anni fa, poi li ho ripresi e ho aggiunto quello dorato, poi li ho ripresi e ho aggiunto la scritta, poi li ho ripresi e ho aggiunto la maglia e alla fine il dentino fisico che poi è anche un portafortuna. Questo fa capire che è tutto un processo fatto di relazioni e tutto cambia e si evolve man mano, attraverso una serie di contaminazioni. Il nome stesso del progetto, “mal e mol mal e cor”, fu un mio amico a suggerirmi la frase. Che poi è un detto famoso insomma, però io non lo conoscevo nemmeno.
Quale parte di Oilloc ti piacerebbe che uscisse fuori con queste box edizione limitata?
Rispetto quello che ho deciso di inserire all’interno della box Tenimmoce street, penso al soffrire meno. Di essere più forti come siamo tra noi nella nostra città. Il dolore dei denti forse rappresenta anche un pò noi come viviamo la città, che è sempre un pò un continuo trattenere. Il dolore ai denti lo sappiamo, neanche con gli antidolorifici va via e a Napoli è altrettanto difficile con questa vita arrangiata.
Poi vabbè c’è anche lo struggersi d’amore, se si pensa solo ad alcune canzoni napoletane. Insomma non ci voglio io per dirlo che poi forse ci piace anche un pò crogiolarci in questa cosa, siamo megalomani, ci piace proprio lamentarci.
Mal e mol mal e cor è un progetto molto interno, intimo e di passione. Proprio come quando stai così male per amore che non riesci nemmeno a ragionare.
A livello di mia napoletanità, vorrei riportare l’amore che ho per questa città, anzi, vorrei che uscissero fuori altre facce rispetto “sfogliatella, mandolino e pizza”, vorrei che uscisse il suo “essere carnale”. Napoli è tanto altro.
Il motto di Oilloc
Proprio “oilloc”, nato tra l’altro una sera dopo qualche birra e forse solo così poteva nascere. Accanto questo c’è anche la frase “vedo cose e le faccio parlare”. Forse ho più di un motto in realtà.
Una parola che dobbiamo sempre portare con noi e che può aiutare ad orientarci
Empatia.
Lo immaginiamo,
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